Adopte

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Opere d'arte a carattere esplicito (versione femminista)

C'è la storia dell'arte ufficiale. Quella dei musei, che vale miliardi e che potrebbe essere esposta senza consenso in salotto durante una cena domenicale con i suoceri. C'è la creatività accademica e la sua fobia dei sessi, dei capezzoli, del piacere femminile, delle mestruazioni, dei capelli, della nudità, della storia dell'arte che si laverebbe tutta vestita, se potesse.

E poi, da qualche parte in mezzo a questo caos puritano, ci sono gli Altri. Quegli artisti da sogno, attivisti, attiviste, femministe, tossicodipendenti, prostitute, adolescenti, anziani, esseri umani. Chi mi ricorda, quando le lavatrici che sono Photoshop, il cinema, il marketing, la moda, i diktat impliciti finiscono per spazzare via la mia autostima, che la mia pelle non è solo questo vergognoso pezzo di carne da nascondere.

Ti direi che sei bella, con i segni delle tue mutandine sui fianchi, le cosce che si sfregano l'una contro l'altra, i capelli, i seni piccoli. Che sei bella, anche senza muscoli, anche senza un'erezione, anche senza capelli. Ma poiché un'immagine vale più di mille parole, ti porterò in un viaggio nell'intimità di quattro artisti, tutti chirurghi plastici del corpo e della sessualità.

 

Petra Collins, nascondimi questa peluria che non riesco a vedere!

Petra Collins è quella che si fa riconoscere nel mondo (molto) maschile dei clipper. Ha notevolmente sublimato l'universo artistico di Lil Yachty, Cardi B o 21 Savage e la complessità di Selena Gomez per il suo video Fetish. Ma avere talento, essere giovani e affermarsi come donna non è necessariamente di gusto Instagram, che nel 2013 impone il suo famoso "sii bella e zitta" censurando il suo racconto. In questione, una foto del suo bacino in costume da bagno con qualche capello sporgente. Indignata, ha scritto:

"A tutte le donne e a tutte le ragazze dico: non lasciate che sia nessuno a dettare il vostro aspetto, a dirvi chi dovreste essere, a farvi credere che il vostro corpo non vi appartiene."

Arrabbiata, Petra Collins esprime la sua incomprensione e la sua rabbia attraverso le sue immagini morbide, vintage, sessuali, malinconiche, scioccanti, sintomatiche dei dubbi della Generazione Y. Fotografie positive, costruttive e piene di speranza che ti fanno venire voglia di buttare via il reggiseno e il rasoio e di credere in te stesso, almeno un po'.

 

Maisie Cousins, un'amante dei dolci?

Il tuo corpo, a volte questa massa di pelle flaccida che odi, queste smagliature, le vene che spiccano, i rigonfiamenti vari, e altre volte quella cosa leggermente fiabesca che ami più di ogni altra cosa, con le sue curve morbide e lavorate, i dettagli delle tue ciglia, le punte dei tuoi seni, gli zigomi nell'incavo dei tuoi reni.

Maisie Cousins lo capisce, e ognuna delle sue composizioni disgusta e stupisce allo stesso tempo. Rosa, rosso, tonalità pastello, budella di animali, polpa di pompelmo, uova in frantumi... quando guardate le sue foto, volete esclamare "Ma sì! Questo è tutto! Sono io! Sono io!" e all'improvviso sai perché lo specchio ti fa piangere alcune mattine e sorridere il resto del tempo. Ma, più di ogni altra cosa, capiamo che è universale. E' un carico pesante, credetemi.

 

Marilyn Minter, bella nuda.

Cosa hanno in comune una bocca, una vagina e un coniglio? Una foto di Marilyn Minter. Come Maisie Cousins, lavora le sue opere come un gioco di nascondino tra trash e glamour, sensualità e disgusto, appropriandosi dei codici troppo maschili della pornografia e dei codici sfumati della fotografia di moda. Marilyn estrae un corpo ibrido, una visione leggermente meno normalizzata e trascendente della femminilità.

Ci ritroviamo a sognare per qualche istante davanti alla pubblicità diventata sperimentale, i peli accessoriati come lo smalto Chanel e i conigli travestiti da rappresentazioni astratte della vagina, un cenno al logo di Playboy. Come si può resistere, di fronte a tanti colori accesi e al sesso appena nascosto, a questa improvvisa e viscerale voglia di graffiare, ingannare o mordere la vita fino in fondo?

 

Ren Hang, il beige è il nuovo nero.

Il 24 febbraio 2017 abbiamo avuto motivo di piangere la morte di Ren Hang, quest'anima saggia incarnata nel corpo di un giovane fotografo cinese, deciso a smascherare il non detto, a svuotare la trasgressione del suo significato iniziale.

Raramente i corpi fissi e slanciati, il trucco rosso, le bande nere della censura hanno avuto tanto senso come nel suo lavoro. Ha parlato Ren Hang. Non sappiamo chi, perché, ma ha raccontato delle storie. Corpi tristi che non sanno amarsi, giovinezza abbagliante in ambienti asettici, lampi fugaci di passione in sguardi pieni di interrogativi. Ren Hang ha parlato perché ha fotografato. Fotografare per parlare, trasformare i corpi e il sesso in dolci poesie beige, quale migliore definizione di trasgressione potrebbe esserci?

Allora correte ai vostri pennelli, i vostri teloni ricoperti di vernice, le vostre idee contorte, fate scorta di spago, vernice, frutta, vecchia biancheria intima, amici (disposti) a fotografare, portateli giovani, vecchi, brutti, nudi, parzialmente, ritoccate i vostri sé, mostrate i vostri corpi, divertitevi, aggirate la censura, trovatevi belle, o passabili, o scrollate le spalle, ma soprattutto non dimenticate:

"Non c'è bellezza squisita senza una certa stranezza di proporzioni". - Edgar Allan Poe

In breve... sei perfetta così, tutto qui.

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