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Evita Perón, da attrice a First Lady dell’Argentina

María Eva Duarte de Perón, attrice, politica, sindacalista e filantropa argentina, ultima di cinque figli illegittimi, è nata il 7 maggio 1919 in un umile villaggio chiamato Los Todos.  Conosciuta anche come seconda moglie del Presidente Juan Domingo Perón e First Lady dell’Argentina dal 1946 fino al 1952, anno della sua morte.

Gli anni passati a Los Todos le servirono per rafforzare il suo carattere. La sua infanzia fu soprattutto segnata dall’abbandono del padre e successivamente dalla sua morte. La passò senza giocare con i bambini coetanei del villaggio perché la discriminavano per la sua condizione di figlia illegittima. Viveva in un limbo tra la solidarietà in famiglia, alla vergogna di appartenervi.

Tutti gli avvenimenti vissuti durante la sua adolescenza, le fecero nascere in lei un sentimento di indignazione dinanzi all’ingiustizia.

Negli anni a venire, la sorella Elisa fu trasferita per lavoro a Junín e proprio lì, ad Evita, affiorò una vocazione artistica. Aveva svariati idoli cinematografici ed era diventata la prima della classe in recitazione. Da quel momento, fu sempre più convinta che il suo destino era diventare un’attrice. 

All’età di sedici anni si trasferì nella capitale della nazione, Buenos Aires, dove cominciò la sua carriera da attrice, sia nel palcoscenico, che in radio e nel cinema. Una volta raggiunta la città con la madre, eseguì un’audizione a Radio Nacional, e successivamente il direttore Pablo Osvaldo Valle le propose un contratto. Da quel momento, Evita si stabilì nella capitale. 

L’inizio della sua carriera da attrice fu traballante. La sua prima esperienza in teatro le fu attribuita dal regista de Vedia. Le critiche erano sempre pronte nei suoi confronti, e non ricevette aggettivi migliori di “discreta”. Dopo un periodo sfortunato senza un lavoro all’orizzonte, venne assunta dalla compagnia di Pepita Muñoz. Purtroppo, durante un tournée, l’attore José Franco minacciò di licenziarla se non si fosse prestata alle sue richieste sessuali. Inutile dire che una volta tornata a Buenos Aires, lasciò la compagnia.

Nel 1944 incontrò Juan Domingo Perón, e nello stesso momento l’Argentina stava passando un momento di migrazione interna, e trasformazione economica, sociale e politica. Dall’altra parte, la carriera artistica di Evita continuava ad ampliarsi e venne anche nominata presidente dell’Associazione Radicale Argentina. 

Dopo il matrimonio con Perón, lui fu occupato con una campagna elettorale. Evita partì con lui e questa fu una grande novità di quei viaggi, in quanto fino a quel momento nessuna moglie aveva accompagnato il proprio marito in un tournée come questo.

Nel 1946, una volta che suo marito Juan Perón fu eletto Presidente dell’Argentina, lei contribuì alla sua politica sociale e nazionalista. Proprio grazie a questo, Evita acquisì sufficiente potere da perorare la causa dei diritti dei più poveri e dei lavoratori.

Nel 1947 fu l’anno del gran successo per l’Argentina. Proprio grazie anche alla mediazione da cui era contraddistinta Evita Perón, il diritto di voto fu esteso per la prima volta in uno dei paesi d’America, per le donne. Questa fu una vittoria sia per lei, per il paese che si avviava a divenire una vera democrazia moderna. 

Evita vinse il riconoscimento dell’uguaglianza dei diritti politici e civili tra gli uomini e le donne. L’impegno di Evita per la dignità della donna, fu costante e la condusse nel 1949 alla fondazione del Partito Peronista Femminile. 

Il lavoro che Evita eseguiva all’interno del governo peronista era indirizzato verso l’assistenza sociale con lo scopo di combattere la povertà. L’8 luglio 1948 creò la Fondazione Eva Perón, che si occupava di migliorare le condizioni di vita dei bambini, anziani, ragazze madri e donne appartenenti alle classi più povere della popolazione. La Fondazione condusse molte attività sociali tra cui la costruzione di ospedali, case di cura, campi estivi e assistenza delle donne.

Nel 1951 iniziò la campagna ufficiale per la candidatura presidenziale Perón-Eva. Molti sindacalisti chiesero a Perón che Evita facesse parte della formula. Dall’altra parte, Evita voleva un posto nella scheda elettorale come candidata per la vicepresidenza. Questo preoccupò molto i capi militari, non ritenendo l’incarico adatto ad una donna. Nonostante il grande sostegno dalla classe operaia e dalle donne peroniste, Evita decise di rinunciare al potenziale incarico di vicepresidente in quanto le sue condizioni di salute stavano peggiorando. Dopo un anno di lotta per ristabilirsi, si spense poi nel 1952.

Grazie alla sua immagine così attiva, ancora oggi la sua figura è oggetto di venerazione popolare in Argentina, con protagonista a numerose celebrazioni postume come nel film musical hollywoodiano Evita. 

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